Attualmente sono ricercatissime, sia nuove, sia usate. Il riferimento è alle auto a gpl che rappresentano uno dei pochi segmenti del mercato dell’auto ad avere il segno più nella colonna “nuove immatricolazioni”.
Il gas di petrolio liquido costa meno della verde e del diesel, non penalizza eccessivamente le prestazioni del veicolo e da molti anni ormai è anche un sistema di alimentazione sicuro, quanto e forse più della benzina. Questi sono i motivi del successo del gas in ambito automotive e dell’incremento delle vendite di nuove auto a gpl.
Ma se il boom è alquanto recente, la storia dei motori alimentati a gpl parte da molto lontano. Sono stati tanti gli esperimenti prima della commercializzazione in serie, anche perché per tanto tempo non c’è stato interesse nei confronti di questo derivato del petrolio, noto fin dall’inizio del secolo scorso. Solo con la crisi petrolifera degli anni Settanta è iniziata una raccolta intensiva del gas in questione e, contemporaneamente, si sono decuplicati gli impianti di stoccaggio in tutto il mondo (a Venezia esiste uno dei più vecchi del mondo, costruito addirittura nel 1938).
Contemporaneamente anche l’industria automobilistica ha iniziato a guardare con interesse al gpl, sebbene i primi prototipi di motori alimentati con il gas di petrolio liquido siano stati realizzati negli anni Quaranta.
La Toyota iniziò a costruire delle versioni a gpl delle sue famiglie di motori più note, ossia la M, la R e la Y. Il successo di questi propulsori fu modesto, per due ragioni: poco autonomia dei veicoli e impossibilità di sfruttare un sistema di alimentazione alternativo. Le prime bifuel prodotte in serie arrivarono molto dopo sul mercato, intorno alla seconda metà degli anni Novanta, in concomitanza con un altro notevole aumento del prezzo del greggio.
Per un definitivo salto di qualità di questi modelli, tuttavia, si dovrà aspettare la seconda metà dello scorso decennio con l’introduzione di efficaci sistemi di sicurezza montati sul serbatoio.
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